ADDIO ROGER DUBUIS, ULTIMO GRANDE MASTRO OROLOGIAIO

Scomparso a 80 anni il fondatore dell’omonima azienda, oggi famosa in tutto il mondo per i suoi segnatempo eleganti e coraggiosi

Dalle scene si era ritirato nel 2003, dopo aver legato il suo nome in maniera indissolubile al mondo dell’orologeria. Ora è arrivata la notizia della scomparsa di Roger Dubuis, fondatore dell’omonima maison, venuto a mancare il 14 ottobre all’età di 80 anni. Prima di ritirarsi a vita privata aveva portato l’azienda a produrre oltre 25.000 segnatempo l’anno, con più di 450 dipendenti al suo servizio e un marchio diventato ormai sinonimo di coraggio e originalità. Una storia lunga e costellata di geniali intuizioni, iniziata negli anni ’50 con l’esperienza alla Longines nella cittadina svizzera di Saint-Imier prima e a Ginevra poi, nella Patek Philippe, imparando a confrontarsi con orologi all’avanguardia impreziositi da numerose complicazioni. Nel 1980 la decisione di mettersi in proprio, prima offrendo riparazioni ai collezionisti e poi progettando un modulo per un calendario perpetuo.

La svolta, come nella sceneggiatura di un film, avviene quasi per caso. A 57 anni già suonati, Roger Dubuis sogna di lanciare una vera e propria azienda per la produzione di segnatempo che sappiano distinguersi per bizzarria e audacia. Ne parla spesso con gli amici al tavolo di una caffetteria di Ginevra dove lavora, in veste di cameriere, un immigrato portoghese di nome Carlos Dias, arrivato in Svizzera con dei risparmi in tasca e la stessa voglia di avventurarsi tra lancette e cinturini. Insieme danno vita nel 1995 al brand che oggi tutti conosciamo. L’obiettivo? Rinnovare la tradizione elvetica di segnatempo belli ed eleganti senza rinunciare alla definizione di una propria personalità. Elemento distintivo delle prime creazioni Roger Dubuis proprio il calendario perpetuo, spinto da un calibro Lemania 2310. Due le declinazioni iniziali degli orologi sfornati dalla maison: Sympathie e Hommage, con la prima caratterizzata dalla forma a cuscino che sarebbe poi diventata un segno distintivo della casa e la seconda disegnata, come il nome suggerisce, per rendere omaggio ai grandi orologiai del passato. Tutti gli orologi Roger Dubuis vantavano il certificato del Besançon Observatory e con il Geneva Seal, attestato di qualità assoluta dei movimenti.

Venduti in preziose confezioni ricche di intarsi, gli orologi riuscirono presto a ritagliarsi uno spazio nel cuore degli appassionati, confermando l’intesa perfetta nata dall’incontro tra la sensibilità di monsieur Dubuis e del più spregiudicato Carlos Dias, che di lì a poco sarebbe diventato tra gli uomini più ricchi dell Svizzera intera. Dopo aver visto la compagnia crescere a dismisura, aprendo una propria struttura a Ginevra, Roger si fece da parte lasciando la scena al socio, molto più a suo agio nel mondo degli affari e deciso a proseguire da solo l’avventura tra alti e bassi negli anni successivi, finendo per cedere alla fine le sue quote alla Richemont e ritirandosi a vita privata per darsi alla produzione di vino in Portogallo. Ironia del destino, Roger Dubuis sarebbe a quel punto rientrato in gioco, trasformandosi in ambasciatore internazionale per la maison che ancora oggi porta il suo nome. Senza mai rinunciare al suo aplomb e alla sua pacatezza, avrebbe visto la compagnia legarsi al mondo delle quattro ruote, con orologi ispirati al mondo della Formula Uno e la partnership con Lamborghini. Un mondo troppo diverso e incomprensibile per lui, con le aziende orientate al guadagno più che alla ricercatezza degli accessori da polso. Non poteva trovarsi a suo agio, lui che era considerato “l’ultimo vero mastro orologiaio”. Scomparso in punta di piedi come aveva sempre vissuto, discreto e geniale.